controluce

“dove non si riesce più a vedere si deve imparare ad ascoltare, è qui che la voce della montagna acquista il potere di incantare, affascinare e irretire…”

“più si sale verso la vetta, più aumenta il bianco di nevi e ghiacci, la luce diventa accecante, l’occhio umano si fa fessura, ogni suono si amplifica e…”

altra tappa di questo viaggio, nuova nella forma, ma sempre figlia del fascino della montagna, è “controluce”: una performance abbagliata e abbagliante, un frammento della favola infinita che racconta dell’uomo e della montagna.

un breve racconto la introduce… e subito la scena s’illumina e prende vita. segue poetico l’ingresso del canto, come un suono di vento che soffia dalla vetta. sboccia la danza e si allaccia alla voce: è lo spirito della montagna che si svela, racconta e libera…

effetti collaterali:

lo “spettatore” di controluce, una volta tornato a valle, alla consuetudine della propria casa, non potrà più dimenticare quella storia, quella voce e quella luce.